Yin e Yang

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Quando realizzi di non essere più in grado di cambiare una situazione, ti resta una grande opportunità: imparare la lezione, cambiare te stesso.

"Come suggeriscono le antiche tradizioni spirituali, i muri invisibili delle nostre convinzioni più profonde possono diventare la nostra più grande prigione. Ci ricordano anche che è la nostra credenza che può diventare la nostra più grande fonte di libertà. Diverse tradizioni di saggezza del mondo, tutte ci portano alla stessa conclusione: l'opportunità di essere imprigionati o liberi è la nostra, e siamo gli unici che possono fare la scelta." Pagina 114, MATRIX divina, Gregg Braden 

In un certo senso, per alcuni è pericoloso pensare, lavorare, scrivere di notte. A meno che non sei un “gufo” oppure un animale notturno. Per la maggior parte degli esseri la notte rappresenta il sonno. La notte è stata concepita dal Creatore per dormire, per rigenerare, per sognare, per ricaricarci le batterie. La notte, se non dormiamo, ci vengono tanti pensieri, la mente inizia a prendere il sopravento, arrivano i peggio dubbi, vengono fuori le nostre insicurezze e le presunte ferite che, poi, alla luce del giorno, sembrano stupidaggini. E forse lo sono. Mi diceva oggi una cara amica, la notte non ha buona energia per lo scrittore di generi positivi. Se invece vuoi scrivere scenari di fantasia, trami e horror allora lo devi fare la notte, perché è in quel orario che i pensieri contorti, dolorosi, incredibili ci vengono a trovare. Al sole tutto cambia, per cui scrivere o creare di notte porta un risultato diverso da chi lavora di giorno, il risultato non è mai solare, allegro, c'è sempre la base drammatica. Pagine e pagine di flusso di coscienza, certi romanzi psicologici, poi suggestione, autosuggestione, sono spesso il risultato di chi ha scritto dopo la mezzanotte. Basta pensare a quelli che fanno i riti malefici o a coloro che con una buona dose d’ingenuità credono di fare dei riti di benessere, se lo fanno dopo una certa ora… E’ inutile impuntarci a voler rovesciare i cicli della natura, è saggio invece seguire i suoi corsi. I ritmi che tirano fuori il meglio di noi sono collegati alla madre natura. Si tratta solo di scoprire quelli più adatti ad ogni uno di noi. Come fare per scoprire i nostri ritmi? Esistono molti strumenti, per esempio praticare il silenzio. Lo zen, il silenzio, la meditazione, l’osservazione ci aiuta a svuotare la mente, o al minimo ci aiuta a lasciare scorrere in maniera piacevole i pensieri. Da qualche settimana pratico regolarmente, quasi giornalmente il silenzio per un paio d’ore, vi assicuro che da immensi benefici. Perché in silenzio iniziamo ad entrare nelle nostre profondità. In silenzio prendiamo consapevolezza dei nostri pensieri che inviamo al mondo. In silenzio sentiamo il nostro corpo, ascoltiamo la nostra anima e sempre in silenzio percepiamo la nostra ragione. In silenzio irradiamo energia d’amore e osserviamo gli specchi di noi stessi. Provate ad assaggiare i miracolosi benefici del silenzio. Vi posso garantire che vi innamorerete.

Tendiamo a non accettare il nostro lato oscuro, ci dimentichiamo che siamo yin e yang, siamo come una moneta che non ha solo un lato. Quando impariamo a vivere anche con le nostre parti negative diventiamo integri, diventiamo una totalità! Noi tutti vogliamo vivere solo con le nostre parti più positive. Quando siamo felici, lo accettiamo; quando siamo infelici tendiamo a rifiutarlo. Ma noi siamo entrambe le cose. Se abbiamo voglia di ridere nessuno ci dice di smettere. Se ci viene invece voglia di piangere c’è sempre qualcuno pronto a dirci che dobbiamo reprimere le nostre lacrime. Quando arriva l’amore dobbiamo accoglierlo, quando ci arriva la paura lo stesso. Coloro che hanno superato attacchi di ansia e di panico sanno bene che si guarisce guardando in faccia e accettando gli stati d’animo e allontanando quello che ci fa stare male. Noi siamo divini ma non tutti sono in grado di accettare e ascoltare la propria voce della divinità. Per condizionamenti, per educazione o per poca stima di noi stessi facciamo quello che pensiamo sia giusto per tutti e non diamo quasi mai ascolto a ciò che disperatamente la nostra anima tenta di dirci. La depressione, l'ansia e gli attacchi di panico ci fanno capire che quella direzione che abbiamo preso non è giusta per noi e che il manifestarsi della nostra divinità è bloccata. Questi problemi ci vogliono dire solo una cosa: “smettila di pensare agli altri e pensa a te, smettila di fare cose che non ami, inizia a seguire le tue passioni, metti te stesso al primo posto!”. Se noi non siamo sereni e felici è ovvio che non possiamo rendere felici e sereni gli altri. Avete mai fatto caso che le persone che si autodefiniscono infelici quasi tutte non amano le loro vite e non si accettano per come sono?
© Gαbriєℓα Bαℓαj

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