Incontri Karmici

Incontri Karmici 
di Alessia Giovannini
"A ciascuno di voi è riservata una persona speciale.
A volte, ve ne sono due o tre o anche quattro.
Per ricongiungersi a voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali.
Vengono dall’altrove, dal cielo. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé.
Tra voi c’è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli”
Brian Weiss (“Molte vite, un solo amore”)
La differenza tra anime gemelle e anime compagne è in realtà difficilissima da definire: alcune scuole di pensiero sostengono che queste ultime –al contrario delle anime gemelle- si ritrovino per svolgere determinati compiti terreni necessari all’evoluzione e che, a questo fine, si aiutino a vicenda. Le anime gemelle, invece, condividerebbero un ideale molto più metafisico e spirituale.
Chi entra a contatto con un’anima (già) amata sente sempre nei suoi confronti un senso profondissimo e quasi commovente d’amore, ma raramente ne è cosciente. Inoltre c’è un motivo più profondo: l’incontro tra anime presuppone sempre l’apprendimento di una grande lezione d’amore. E questo raramente avviene senza dolore, poiché il nostro vecchio io fa resistenza e non vuole imparare.
L’anima gemella (o compagna che sia) ha il primario compito di riportare noi a noi stessi attraverso prove e confronti che da tempo cerchiamo di evitare. Poiché l’anima sa (e sa sempre!), quando due anime amate si incontrano, entrambi hanno consapevolezza che il loro avvicinarsi porterà alla luce ferite nascoste e spesso dolorosissime che hanno bisogno di essere curate.
Quando però le due anime entrano in risonanza, l’amore e il rapporto che si sviluppa tra di loro è al di là delle parole: chi lo ha vissuto, sostiene di aver provato un senso di fusione e di amore così assoluti da non essere paragonabile a nulla di terreno e che solo a descriverlo perde di senso e magia…
C’è infine un’ultima tipologia di relazioni tra anime: quella che avviene tra anime che hanno un karma da bilanciare. Si tratta spesso si storie che apportano un certo grado di sofferenza, poiché il dolore inflitto da un’anima in un tempo lontano viene da questa subito nella vita attuale. Non si tratta di una punizione, come potrebbe sembrare, ma di una dura scuola di apprendimento: soltanto provando quello stesso dolore, l’anima prende coscienza di ciò che significhi soffrire e, quindi, di quanto crudele sia arrecare sofferenza.
“l’amore ha una forza potentissima. Se non sappiamo come usare questa forza, cadiamo facilmente vittima delle sue potentissime distorsioni dolorose. È la resistenza all’amore che causa problemi, non l’amore in sé. L’amore ha una luce fortissima e quando ci investe illumina anche le nostre parti oscure. Porta in superficie aspetti di noi che stiamo disperatamente cercando di tenere nascosti. Quando questi emergono nell’incontro e nel rapporto, spesso facciamo muro ed accusiamo l’altro e l’amore di essere causa dei nostri mali”. Ogni atto d’amore rivolto a noi stessi è un atto d’amore che facciamo all’altro. È qui che iniziamo ad incontrarlo prima ancora di averlo incontrato davvero.
© Gabriela Balaj
www.gabrielabalaj.blogspot.it


Fonte: leggi qui l’articolo intero http://www.ekidiluce.it/articoli.php?art=205
Paolo Crimaldi: alla ricerca del potenziale Karmico (intervista)
D. - In “Iniziazione agli amori karmici” spieghi: “Il primo incontro si focalizza sullo sguardo. Così si riconosce un legame karmico!”. Ma nel dubbio tra percezione e razionalità a chi dobbiamo dare ascolto?
R. - Assolutamente alla percezione, tutto viene giocato nei primi momenti dell’incontro. E’ li che sappiamo, indipendentemente dalla natura karmica o meno dell’incontro, se è destinato a farci soffrire o a regalarci emozioni tali da fare affrontare la vita con maggiore armonia e benessere. Comunque una relazione karmica la si riconosce anche attraverso la forte sensazione di familiarità che da subito si instaura tra le due persone, o l’intimità quasi immediata che si viene a creare, che naturalmente non deve essere scambiata per semplice attrazione sessuale… quella è un'altra cosa, importante in una relazione, ma non è certo la caratteristica che ne determina la natura karmica.
© Gabriela Balaj
Fonte: leggi qui l’articolo intero http://zaffiromagazine.blogspot.it/2007/11/paolo-crimaldi-alla-ricerca-del.html
“Nina L. Diamond: Dr. Weiss, siamo dunque solo contenitori di anime?
Dr. Brian Weiss: Sì, esatto. Siamo contenitori e siamo pieni di questa eterna, immortale e molto più sapiente, parte di noi stessi. Ora, nel momento in cui diventiamo più mistici, scopriamo che queste anime, così come i corpi, sono connessi tra di loro, poiché tutto è fatto della stessa sostanza.
D: Perché le persone considerano la reincarnazione così difficile da accettare?
R: Le persone hanno paura di ciò che non conoscono. Se solo avessero una mente aperta. Non solo gli scienziati, ma anche gli altri. Basterebbe osservare, guardare. La meditazione può insegnarci come farlo. Se solo fossero in grado di lasciar andare le proprie paure.
D: In che modo viene determinato il lasso di tempo che passa tra una vita e l’altra?
R: Le persone che muoiono di morte violenta, o i bambini, di solito tornano più in fretta. Per le persone che vivono vite più lunghe e muoiono in pace, può esserci un tempo più lungo tra le vite, anche cento anni o più.
D: Quante vite precedenti hanno in genere le persone?
R: Varia, ma secondo la mia esperienza, direi intorno a 100. Comunque non migliaia e migliaia come dice il Buddismo.
D: C’è un numero finito di anime?
R: Per me non ha alcuna importanza perché alla fine siamo tutti connessi.
D: Ci sono nuove anime che stanno venendo create?
R: Non ne sono certo, ma tendenzialmente direi di no. Probabilmente siamo noi ad essere senza tempo e a reincarnarci di continuo.
D: Le famiglie sono più spiritualmente connesse tra di loro di vita in vita rispetto agli estranei?
R: Sì e io credo che le persone si incarnino in gruppi per saldare i debiti e le proprie responsabilità secondo il concetto del Karma. Noi impariamo e cresciamo insieme agli altri. Reputo anche che l’amore a prima vista o l’odio a prima vista rientri in questa categoria: un riconoscimento tra anime.
D: Quindi ognuno di noi può essere maschio in una vita e donna in un’altra e viceversa?
R: Sì, sembra che ci sia frequentemente il passaggio dall’uno all’altro stato. Si può avere una preferenza, ma senza dubbio si è provato anche l’altro stato per fare esperienza di come sia. E’ lo stesso per razza e religione.
D: Come coesistono pre-determinazione e libero arbitrio?
R: Qualcuno una volta mi ha detto: La vita è come stare su un autobus. Ha un percorso pre-determinato, ma la persona con cui scegli di sederti, come ti comporti e che cosa dici, fa parte del libero arbitrio.
D: Perché non ricordiamo automaticamente e consapevolmente le nostre vite passate?
R: Be’, in verità, sempre più persone se ne stanno ricordando. Attraverso tecniche come l’ipnosi, ma anche attraverso i sogni, spontaneamente, o attraverso la meditazione o il deja-vù, quando capita di essere in un posto in cui non si è mai stati e ci si sa orientare. Potrebbe trattarsi di un salto evolutivo. Non so perché non tutti ricordano. I greci avevano questo mito secondo cui, prima di reincarnarti, bevevi le Acque del fiume Lete e dimenticavi tutto.
D: Così Lei ritiene che qualcuno di noi sia nato con certi valori e ideali?
R: Sì, è questo il nostro scopo. Perché venga integrato a un livello più profondo. Al livello del cuore e dell’anima, dove avviene il vero apprendimento, in modo che non si debba dipendere esclusivamente da ciò che i nostri genitori ci hanno insegnato. Seguendo il cuore, si impara al di là di ciò che gli altri ci insegnano.
D: Quando saremo “là fuori”, staremo con tutte le persone che abbiamo conosciuto?
R: Credo di sì e anche con coloro che sono ancora qui. La possibilità di vedere migliora quando si è dall’altra parte. “Loro” sono maggiormente consapevoli perché – al contrario di noi - non sono limitati da un corpo e un cervello.
D: In “Molte vite molti Maestri”, Lei ha scritto che la lezione più importante che abbia imparato attraverso la regressione è di aver capito che non esiste la morte. Questa consapevolezza come ha cambiato la sua vita e come può cambiare quella degli altri?
R: Quando si smette di aver paura della morte, si incomincia a vivere di più. Quello a cui io do maggior valore rispetto a prima sono le relazioni, l’amore, la famiglia – e non solo quella genetica. E ciò a cui do meno valore sono le cose materiali, quelle che non puoi portarti via. E’ un cliché, ma è la verità.
D: In che modo le nostre esperienze e relazioni passate influenzano il nostro presente?
R: Ci influenzano in molti modi. La maggior parte delle nostre relazioni importanti non sono nuove. Servono ad entrare in connessione. Le vite precedenti ci influenzano anche con sintomi, emotivi e fisici. Certe paure e ansie ce le portiamo appresso e anche certi sintomi fisici di vite precedenti.
D: Molti vedono Dio come una forza che sta fuori dall’universo e che regola ogni cosa.
R: Invece che vederla all’interno. Io dico sempre: “Perché limitare Dio?”. Forse Dio può ascoltare tutte le nostre preghiere contemporaneamente e dedicargli attenzione, proprio perché non è un essere umano.
D: Cioè sta dicendo che se esiste un numero infinito di possibilità, allora niente è impossibile e, perciò, Dio può essere ovunque.
R: Sì e dalla nostra prospettiva noi possiamo essere parte di Dio, e allo stesso tempo, esserne separati. Ma di certo siamo tutti uniti.
D: Quindi se noi siamo connessi al tutto, allora per definizione non siamo anche connessi a Dio dal momento che Dio, o un essere superiore, ha creato il Tutto?
R: Sì. Ora Lei si sta avvicinando al semplicistico modo di vedere le cose che ho io. Quel Dio – amore – è un’energia ovunque presente. Intelligenza, sapienza, amore, compassione: è tutto ciò di cui siamo fatti.
Intervista a Brian Weiss
di Nina L. Diamond
(L’intervista è tratta dal libro “Voices of Truth” di Nina L. Diamond, ed. Full Circle (mai tradotto in Italia) e la sua versione integrale in inglese si trova sul sito http://www.lifepositive.com/Mind/personal-growth/past-life/brian-weiss.asp, dove è stata riprodotta con il consenso dell’autrice. Traduzione italiana di Alessia Giovannini.)


“Le anime attraversano le età come le nuvole i cieli (…) Chissà chi soffia le nuvole e chissà come sarà la mia anima domani? Lo sa solo Somni: l’est, l’ovest, la bussola e l’atlante, sì, solo l’atlante delle nuvole, il nuvolario.”
Vi è mai capitato d’incontrare qualcuno e di sentire che lo conoscevate da tempo?

Foto: https://www.facebook.com/cloudatlas.italia
Fonte: leggi qui l’articolo intero http://www.cineblog.it/post/106929/cloud-atlas-13-curiosita-sul-film-tratto-dal-libro-latlante-delle-nuvole


Inoltre bisogna capire che "la nostra vita non ci appartiene ma è legata agli altri e che ogni gentilezza o crimine commessi avranno ripercussioni sul futuro..." dal film Cloud Atlas

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